Lutto tremendo nel mondo del calcio, se ne va una leggenda del nostro sport: aveva vinto un Mondiale come ct
Il mondo del calcio piange per la scomparsa di un protagonista storico, un uomo in grado di trasformarsi in autentica leggenda. Non capita tutti i giorni di poter vincere, nel ruolo di commissario tecnico, un Mondiale, con una Nazionale che fino a quel momento non aveva mai trionfato.
Una prima volta che proiettò immediatamente il suo nome nella storia dello sport più amato al mondo, al punto da farlo diventare una vera icona.
In un calcio ancora lontano dal business, almeno per come lo conosciamo oggi, in un calcio fatto di scelte dure, severe, in cui il talento poteva ancora contare più del fisico, riuscì a costruire una Nazionale in grado di issarsi sul tetto del mondo, nonostante avesse deliberatamente fatto a meno di portare il più grande talento emergente del suo paese.
Una scelta molto coraggiosa che si rivelò vincente, e che consacrò ancora di più il suo nome nella storia del nostro calcio, trasformando ancora di più il suo personaggio, per molti versi non particolarmente carismatico, né dotato di un genio fuori dal comune, in una vera e propria icona di un calcio che oggi non c’è più, e che forse in tanti rimpiangono.
Addio al ct campione del mondo: lutto tremendo nel mondo del calcio, aveva 85 anni
All’età di 85 anni ci ha lasciati definitivamente Luis Cesar Menotti. Un nome che ai più giovani, soprattutto in Italia, non dirà molto, ma che in Argentina è un autentico mito. Fu infatti il commissario tecnico della prima Nazionale argentina campione del mondo, quella che trionfò in casa nel 1978.
Afflitto da problemi fisici fin dallo scorso agosto, Menotti aveva avuto un malore in casa e da quel momento non si era ripreso del tutto. Solo nelle ultime ore è però scomparso, come confermato via social dalla Federcalcio argentina, che si è stretta, come tutti gli appassionati, attorno alla sua famiglia in un momento di grande dolore.
Nato in una famiglia originaria di Ancona, Menotti ebbe una carriera discreta da calciatore, prima di trasformarsi in un allenatore di alto livello, capace di portare, nei primi anni Settanta, l’Huracan alla vittoria di un titolo storico. Nel 1974 venne scelto come commissario tecnico della Nazionale albiceleste, e rimase nella storia prima per essere stato l’uomo che aveva escluso Maradona, poi per essere il primo allenatore in grado di portare l’Argentina al trionfo.
Nel 1978 Menotti ebbe infatti il coraggio di escludere El Pibe, allora 17enne, ma già in grado di trasformarsi in un autentico fenomeno in patria, dalla lista dei convocati per il Mondiale giocato in casa.
E alla fine ebbe ragione, visto che la sua Argentina, non certo la più brillante della storia, guidata da un leader come Passerella e dal bomber a sorpresa, Mario Kempes, riuscì a raggiungere uno storico trionfo superando in finale anche la super Olanda del calcio totale, priva del proprio miglior giocatore, Cruijff, ma dotata di un calcio che avrebbe fatto scuola.
Dopo il trionfo iridato, la carriera di Menotti continuò sulla panchina dell’Argentina fino al 1982, per poi proseguire alla guida di alcuni blasonati club, tra cui Barcellona, Atletico Madrid e Sampdoria. L’avventura blucerchiata del 1997 durò però solo otto giornate, e finì con un inevitabile esonero.