Si ritira un campione che ha dato tantissimo al suo sport: il lungo post sui social network ha commosso il popolo del tennis.
Le avvisaglie c’erano state tutte. A partire dal calo di rendimento, del tutto fisiologico quando si spegne la fatidica scintilla.
Diego Schwartzman quella scintilla l’aveva persa già da un po’, per la verità. E non ne aveva fatto mistero. Già in un precedente post affidato ai social network aveva evidenziato di essere stanco. Non solo fisicamente, per quanto anche su quel fronte, ovviamente, sia legittimo sentirsi tali dopo così tanti sacrifici.
Lo è soprattutto mentalmente, sì, perché non è facile, ad un certo punto della carriera, individuare nuovi stimoli. E il tennista argentino, evidentemente, non è riuscito a trovarne. Tanto è vero che, qualche ora fa, ha annunciato ufficialmente su Instagram quello che i suoi tifosi temevano: Schwartzman si ritira, la sua storia sportiva è giunta al capolinea.
Non lo farà nell’immediato: porterà a termine la stagione 2024 e poi, a febbraio, dirà definitivamente addio al tennis nella sua patria, ovvero l’Argentina. Al di là della notizia in sé, che ha gettato nello sconforto quanti, nel tempo, avevano creduto in lui, è interessante però andare a fondo delle ragioni che avrebbero indotto El Peque, così come lo hanno ribattezzato, a uscire di scena a soli 31 anni.
Sono tantissimi, a tal proposito, gli spunti contenuti nel lungo post che ha affidato ai social network. “Quanti momenti che non avrei mai immaginato – si legge nel suo post, corredato da diverse fotografie – quanti aneddoti che non avrei mai sognato, quante persone ho incontrato che mi hanno aiutato a crescere, che mi hanno insegnato tanto, che mi hanno reso un giocatore e una persona molto migliore di quanto chiunque avesse mai creduto”.
Un inizio promettente, ma l’ “affondo” arriva adesso. “Tutti questi bellissimi momenti sono diventati qualcosa che mi pesa oggi ed è difficile per me continuare a goderne a pieno.
Da un lato, lasciare una vita che mi ha dato così tanto è una decisione molto difficile – scrive ancora Diego – ma dall’altro, quanto fossi felice giocando a tennis mi spinge a continuare a voler mantenere il sorriso dentro e fuori dal campo come ho sempre fatto.
Tuttavia oggi a volte faccio fatica a ritrovare quel sorriso. Dentro di me, un animale competitivo mi impedisce di divertirmi, giocare e viaggiare come prima”.
Un viaggio meraviglioso, sottolinea Schwartzman, ma che non lo diverte più. E questo è quanto. Un post intriso di malinconia e di nostalgia, di sentimenti che il tennista sembra non riuscire a spiegare né a stesso, né agli altri.
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