Anche Novak Djokovic sta attraversando una crisi senza precedenti. Il numero uno del mondo di recente è apparso a dir poco irriconoscibile
Se Rafa Nadal sembra sempre più vicino al ritiro dall’attività agonistica Novak Djokovic è alle prese con una crisi molto profonda, senza dubbio la peggiore del suo lungo e straordinario percorso sportivo. Un declino iniziato a gennaio, con l’eliminazione in semifinale agli Australian Open e proseguito con le cocenti delusioni rimediate a Montecarlo e a Roma.
Di fatto è dal novembre scorso, quando si aggiudicò le Atp Finals a Torino, che il numero uno del ranking non riesce a vincere un torneo. Un fatto decisamente anomalo per un fenomeno del suo livello abituato a fare incetta di successi da quasi vent’anni.
Tra qualche giorno tutti i migliori tennisti al mondo si ritroveranno a Parigi per darsi battaglia al Roland Garros, il torneo più importante del mondo sulla terra battuta. I tifosi italiani sono in ansia a causa delle condizioni fisiche, a quanto pare non eccelse, di annik Sinner.
Il campione altoatesino non sembra aver smaltito del tutto il problema all’anca, tanto che le percentuali di un suo forfait agli Internazionali di Francia sono in netta crescita.
Secondo una teoria sviluppata da un ex tennista italiano è la crescita esponenziale del campione altoatesino ad aver mandato in crisi Novak Djokovic. Un’ipotesi, va sottolineato, ad oggi non suffragata da alcuna prova tangibile.
L’ex vincitore della Coppa Davis del 1976 ed oggi brillante commentatore su Sky Sport, Paolo Bertolucci, ha esposto la sua idea mettendo a confronto il rendimento del campione serbo e del giovane talento di San Candido a partire dal mese di gennaio.
“Ci sono due momenti chiave per capire le ragioni della crisi di Djokovic. Il primo è quello in cui ha deciso di cambiare allenatore, con un addio per me incomprensibile a Goran Ivanisevic. Il secondo è quando ha iniziato a perdere di brutto e spesso con Sinner. Da allora Novak non è più stato in grado di mettere assieme una partita a buon livello“.
“Era logico – prosegue Bertolucci – sperare di trovarlo in una condizione migliore dopo due settimane di intenso lavoro, invece basta guardare il modo in cui ha perso in semifinale a Montecarlo per capire come stanno le cose. Ha ancora tempo per rimediare, ma la situazione è molto più brutta rispetto a quello che si potesse immaginare“.
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