Un altro straziante lutto ha lasciato orfani tantissimi tifosi del mondo del calcio: l’ex attaccante giallorosso non ce l’ha fatta
La morte, si sa, fa parte della vita, ma accettarla non è così semplice, per i familiari di chi ci lascia, ma anche per i tanti tifosi per cui per anni sei stato un beniamino. Ed è così anche per i supporter del Ravenna che giovedì si sono dovuti arrendere all’addio di un’istituzione in città, per il calcio e non solo: Domenico Ciani, un attaccante che dalla metà degli anni Sessanta alla metà dei Settanta, ha scritto la storia del club giallorosso, è scomparso all’età di 78 anni – ne avrebbe compiuti 79 a dicembre.
Sofferente da qualche anno, il bomber lascia la moglie Gabriella e le figlie Barbara e Monica, ma anche un dolore profondo in tanti tifosi che ne hanno applaudito le gesta, specialmente per quel gol segnato a Riccione, contro la Jesina, che aveva salvato il Ravenna dalla retrocessione in Serie D nella stagione 1966-67, in uno stadio, per giunta, in cui erano molti di più gli appassionati marchigiani che quelli romagnoli.
È morto a 79 anni Domenico Ciani, storico bomber del Ravenna: un passato glorioso nel calcio
Ravennate da sempre e per sempre, Ciani ha lasciato un segno indelebile nella storia del club, ora non più ai vertici del calcio italiano. In tutto, ha totalizzato ben 244 presenze in maglia giallorossa e ha messo a referto ben 64 gol, dimostrando un fiuto del gol eccezionale ed entrando nel cuore dei tifosi.
A farlo entrare nelle grazie dei romagnoli, c’è anche un importante aneddoto per la sua carriera. Infatti, ha deciso di rifiutare la Spal per gestire la macelleria di famiglia, un gesto di grande attaccamento e umiltà che non è passato inosservato. E non era solo una bandiera, ma un bomber apprezzato anche per le sue capacità tecniche. Anche Paolo Mazza, allenatore e dirigente che ha dedicato gran parte della sua carriera alla Spal, fu stregato dalla sua magica rovesciata, ma non riuscì a convincerlo.
Parliamo, quindi, di un vero e proprio mito per la sua comunità, che è distrutta dal dolore in questi tristi giorni. In molti, infatti, hanno pubblicato diversi messaggi di cordoglio per l’ex attaccante e hanno voluto salutarlo per l’ultima volta: perché nel calcio le bandiere non esistono più, e proprio per questo non si può dimenticare chi lo è stato per davvero.